sabato 31 marzo 2012

Ma in televisione, i sikh in India sono come i neri negli USA?

o anche: della via indiana al multiculturalismo.
In ogni paese in cui sono stato, la televisione è stato un mezzo per capire il posto. Più dei programmi di informazione, quelli di intrattenimento, e più ancora di questi ultimi, la pubblicità. La pubblicità parla delle persone e di quello che vogliono, indirizzandosi alle persone. Rivolgendosi per lo più alla massa, la televisione è un mezzo per sua natura conservatore, e la pubblicità in particolare - se vuoi vendere qualcosa a qualcuno, direi che è buona regola non offenderlo, quantomeno... la pubblicità si attiene scrupolosamente al mainstream, senza deviare.
Questo cappello iniziale per dire, insomma, che reputo una televendita o uno spot un mezzo altrettanto buono che un libro per annusare l'aria che tira in un paese. Quindi, ho trovato interessante che nelle pubblicità che mostrano folle o gruppi di gente, trovo sempre la stessa miscela di tipi: ragazzi, qualche donna, e un sikh con il suo turbante, magari un personaggio con la barba (cioè, un musulmano). Mi danno la stessa sensazione delle pubblicità statunitensi, fintamente casuali ma attentamente studiate per dare a tutte le comunità una rappresentanza e non far sentire nessuno escluso. Il sikh viene usato per rappresentare, oltre che ovviamente un target per il prodotto, "l'inclusività", il voler rappresentare "tutti". E tutti, include ogni comunità e ogni religione. Insomma: il sikh viene usato nelle rappresentazioni televisive indiane come i neri d'america in quelle statunitensi, per dare l'idea di una rappresentazione di tutte le comunità.
Per ragioni storiche, ma anche geografiche (l'India è troppo vasta per poter essere mai stata un tutto omogeneo), ho l'impressione che l'India dia per scontata la diversità, e la coesistenza di diverse comunità sullo stesso territorio; ma sopratutto, dia per scontato che ogni comunità faccia parte della nazione allo stesso modo. Non voglio fare qui una apologia, so che ci sono frizioni continue tra le comunità indiane, e matrimoni tra persone di religione diversa sono ancora una rarità. Però guardo la televisione indiana, e vedo la società italiana. E mi domando: quanto, realmente, siamo pronti a pensare di un musulmano/cinese/nero, anche nato qui, che è italiano? Quanto siamo pronti a pensare che magari il particolare musulmano/cinese/nero che abbiamo davanti è anche pigro, farabutto, stupido - ma perché è lui che è così, e non perché è musulmano/cinese/nero? Guardo la televisione indiana, e la risposta la so.



7 commenti:

  1. I miei amici indiani in India mi raccontano sempre barzellette in cui si prende in giro i Sikh, affettuosamente chiamati "Sardar-ji", sono un po' come i carabinieri nelle nostre barzellette. Ciao e goditi quel paese incredibile, assurdo, meraviglioso.

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  2. Ciao, un mio collega una volta a mensa se ne è uscito così: "qua c'è chi mangia tutto, chi è vegetariano... e poi ci sono i sikh, quelli mangiano solo pollo!". E sì, è un paese intessantissimo, mi dolgo solo che, non avendo amici indiani, non riesco davvero ad entrarci in contatto. Ho sempre l'impressione di avere una visione parziale, come se lo guardassi dalla finestra. Ma anche così, sto imparando tanto.

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  3. L'India è una strada maestra ;-) ciao e buon weekend

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  4. Namaste! ho visto il tuo logo con Ganesh su Italian Masala e sono venuta a sbirciare in casa tua: mi sta piacendo e mi fa sorridere il tuo sguardo curioso sul fenomeno India. Ma davvero ovunque ti volti, lì dove sei tu, ci trovi delle magnifiche occasioni per riflettere su come siamo fatti noi (oltre naturalmente ad arrovellarti su come sono fatti 'loro').
    Mi spieghi il titolo del tuo blog? vuoi dire che starai a Pune per due mesi, per lavoro?
    buon fine settimana :-)

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    1. Namaskar, grazie per la visita. Hai ragione, non faccio che riflettere - ma con mia sorpresa, più su di me e su noi italiani, che su "loro". Sì, sono stato mandato a Pune da una multinazionale, e sto usando il blog per fermare le impressioni della mia permanenza che, hopefully, dovrebbe essere di un paio di mesi.

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  5. attenzione! "Esistono cento porte per entrare in India, ma nemmeno una per uscirne":-)

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  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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