Il gioco tra Oriente ed Occidente è un gioco di sguardi, è un gioco di specchi.
E' un gioco in cui ci si guarda e si pensa di apparire in un certo
modo agli occhi dell'Altro - perchè l'altro è l'Altro, il portatore della
differenza. Questo, da quando il primo occhio francese si è aggrottato per
vedere meglio, tra polvere e sole, la linea della costa egiziana. O da
quando Ingres ha solleticato i desideri e i sogni di una Francia borghese
e repressa con le sue rappresentazioni di Odalische. E' l'Orientalismo,
bellezza. Sono convinto che le dinamiche del pensiero proprie di una
cultura hanno la loro epifania nei grandi avvenimenti della storia e possono andare
avanti indefinitamente finché non interviene qualcosa a modificarle. E quindi,
quel misto di attrazione e repulsione con cui l'Occidente guarda l'Oriente va
avanti, alternativamente, da un paio di centinaia di anni, se non di più.
Possono cambiare le forme con cui si esprime, ma non i contenuti.
E così una volta mia moglie ridendo mi ha mostrato le foto di Aishwarya Rai chiedendomi se le
indiane erano così - l'India, terra di sensualità senza inibizioni, vi
ricorda qualcosa? Ingres sembrava quasi parlarmi: attraverso quadri, libri, e studi all'università
era arrivato fino alla cucina di casa mia. No, comunque. Non sono per niente così. E per dovere di cronaca
aggiungo che, per rassicurare mia moglie, è giunto in mio soccorso il mio lato
queer, facendole notare che c'era ben poco di sensuale in ragazze che
in ufficio portavano sandali alla francescana con tanto di calzini.
Calzini grigi o marrone, con le dita divise. Roba che nemmeno il pigiamone
di pile infeltrito, in quanto a eros.
Non tutti però possono avere l'apertura mentale della persona che ho sposato e che, con mia sorpresa, non ha ancora deciso di divorziare - anni di studi di lingue orientali e frequentazioni del medio oriente hanno dato a mia moglie un occhio più aperto sulle infinite varianti dell'essere umano, calzini compresi. Immaginatevi cosa mi sono sentito chiedere da persone che non erano mai uscite dal cortile di casa (e non è una colpa) e che non avevano la minima voglia di uscirne (forse questa un po' lo è). Una delle domande più gettonate da parte di tutti è stata se è vero che, dopo mangiato, ruttano - ah, l'India, Oriente lontano dove i barbari soddisfano i più bassi istinti. Appena dicevo di sì, che era capitato, giù tutti a scuotere la testa, e a niente valeva il fatto che dicessi che mi è parso che non fosse niente di ostentato, che anche a me non faceva piacere ma che erano solo delle sovrastrutture culturali. Niente da fare. Se fossimo stati nella Francia dell'Ottocento avrebbero pensato che erano da acculturare, nell'Inghilterra del Novecento che erano da colonizzare. Nell'Italia moderna, che non sanno stare a tavola.
Non tutti però possono avere l'apertura mentale della persona che ho sposato e che, con mia sorpresa, non ha ancora deciso di divorziare - anni di studi di lingue orientali e frequentazioni del medio oriente hanno dato a mia moglie un occhio più aperto sulle infinite varianti dell'essere umano, calzini compresi. Immaginatevi cosa mi sono sentito chiedere da persone che non erano mai uscite dal cortile di casa (e non è una colpa) e che non avevano la minima voglia di uscirne (forse questa un po' lo è). Una delle domande più gettonate da parte di tutti è stata se è vero che, dopo mangiato, ruttano - ah, l'India, Oriente lontano dove i barbari soddisfano i più bassi istinti. Appena dicevo di sì, che era capitato, giù tutti a scuotere la testa, e a niente valeva il fatto che dicessi che mi è parso che non fosse niente di ostentato, che anche a me non faceva piacere ma che erano solo delle sovrastrutture culturali. Niente da fare. Se fossimo stati nella Francia dell'Ottocento avrebbero pensato che erano da acculturare, nell'Inghilterra del Novecento che erano da colonizzare. Nell'Italia moderna, che non sanno stare a tavola.
Stessa solfa anche a
livello lavorativo: "allora questi indiani, sono i tecnici onniscienti/gli
scansafatiche assoluti/gli incompetenti ma volenterosi che tutti dicono?".
No ragazzi, non lo sono. Sono delle persone. Con tutti gli scazzi, gli slanci,
i colpi di intuito di una qualsiasi altra persona. Dopo solo un mese passato in
India, riesco già a vedere attraverso l'Orientalismo, i quadri di Ingres, i
libri di Said e gli specchi con cui ci guardiamo l'un l'altro da secoli. Non
vedo nient'altro che persone come me. Chiusura un po' enfatica ma vera.
*Persone* che parola preziosa. Apprezzo molto questo post, e anche la chiusura un pizzico enfatica ma bella e soprattutto vera. Salutami l'India. Anzi, abbracciala!
RispondiEliminacioè, tua moglie dopo aver studiato lingue e culture orientali se ne vien fuori con le fotine delle indiane fighe? anni di studio buttati, porella!! Andrej
RispondiEliminaIl post l'ho scritto davvero con i piedi se si è capito questo... Intendevo che anche la persona migliore del mondo, e che obiettivamente non può essere sfiorata da accuse di chiusura verso l'Altro, magari può essere tentata di usare categorizzazioni un po' spicce - anche se solo per sfottermi e per divertimento. L'ho usato solo come esempio. Ok, penso che cambierò quella parte del post. Grazie per essere passato.
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