domenica 11 marzo 2012

Turista!

Sabato ho avuto la meglio sulla mia tendenza alla misantropia e mi sono alzato di buon'ora, deciso a fare il turista. Per minimizzare i costi sociali (aka interazioni con sconosciuti) ho utilizzato il servizio di accompagnamento dell'hotel: ti affitti auto e autista per tutto il giorno, e spendi circa 40 euro. L'autista ti accompagna dove vuoi e ti aspetta. Con questo autista però ho raggiunto il grado zero dell'incomprensione linguistica: non è che non capivo cosa diceva, non capivo nemmeno se parlava inglese o maharati! Perché ogni tanto intercettavo una parola in inglese, quindi il dubbio mi è rimasto....
Prima tappa: tempio della divinità locale, Chattushringi. Ho chiesto all'autista se voleva venire con me, e a quel punto si è attaccato a ventosa, seguendomi in tutti i posti - e scroccando gli ingressi, ma vabbè, per cinque rupie (sette centesimi), mi potevo permettere di fare il signore.
Il tempio fu costruito nel posto indicato da Chattushringi ad un banchiere locale; scavando nel posto indicato, fu trovata una "statua naturale" della divinità. La divinità è gentilmente offerta dalla società di telefonia locale, come si vede dal cartellone giallo sul frontone dell'ingresso.


I templi della città sono costruiti sulle colline circostanti, quindi ogni volta è una bella scarpinata a salire.
Tempietto di Ganesha, il dio elefante, dentro il perimetro del tempio:



Per accostarsi alla cella dove è presente la statua, bisogna togliersi le scarpe, cosa che il mio autista non vedeva l'ora di fare ogni volta per fare una preghiera. I templi indiani sono praticamente identici a quelli greco-romani nella funzionalità: una zona di rispetto in cui i fedeli possono accostarti alla cella della divinità, che però è preclusa. A differenza di una chiesa, che è un ambiente inclusivo (ti chiede di entrare),  i templi sono esclusivi, perché mirano a tenere a distanza - se pur minima - i fedeli. Anche il rapporto dei fedeli con la divinità non può che essere diverso da quello che abbiamo noi con le nostre - le abbiamo, le abbiamo: i santi cosa sono altrimenti? li usiamo nella stessa, identica, maniera: per chiedere qualcosa che non riusciamo a raggiungere da soli. Sappiamo che un santo, un tempo, è stato un uomo o una donna, ci può capire: è come rivolgersi ad un compaesano che ha fatto fortuna. Gli dei locali sono delle entità aliene, non hanno mai avuto né hanno forma o sostanza umana, a cui accostarsi con timore e sottomissione. Assomigliano di più al dio dell'antico testamento.
Secondo tempio visitato: Pataleshwar, tempio sotterraneo costruito in un unico blocco di pietra:


Tappa successiva: Shaniwarwada, castello costruito nel 1700 circa. Del castello rimangono i bastioni frontali e i muri perimetrali, più qualche rudere delle fondamenta. Il posto è bello e tranquillo, ed il giardino ben curato. In generale, in tutti i posto che ho visitato ho trovato studenti che approfittavano del fresco del giardino e della tranquillità per studiare. Molto belle le travature il legno:


e il portone centrale:


Io e il mio autista ci siamo fatti un giro sui camminamenti :)



Tappa successiva: Parvati. Solita scarpinata per salire sulla collina, ma ne valeva la pena, i templi sono coloratissimi e molto belli da vedere:



Qui tra un tempio e l'altro ci si muoveva scalzi. O meglio, io e il mio autista ci muovevamo scalzi, gli altri avevano i sandali e se li toglievano solo in prossimità dei templi. Ma non noi, che dovevamo fare i più devoti di tutti...
La giornata è finita al palazzo dell'Aga Khan, circondato anche questo da bellissimi giardini, in cui ho approfittato per fare merenda al sacco, premurosamente offerta dall'hotel e divisa con la mia ombra dai capelli rossi. Per entrare nel palazzo, biglietto: 5 rupie per i locali... 100 per i turisti! vabbè, 100 rupie sono poco più di un euro. Costo dell'ingresso, quindi, 105 rupie - il mio amico dai capelli rossi era venuto con me finora, lo potevo lasciare fuori? Ingresso:


Palazzo:



Si nota l'influenza coloniale, è stato costruito alla fine dell'ottocento. Nel palazzo è stato detenuto Gandhi per quasi due anni, dal '42 al '44, ed è sede di un associazione a suo nome ed un museo a lui dedicato. In un angolo raccolto del complesso, sono presenti due cippi funerari dedicati a Gandhi e a sua moglie, Kasturba.
Direi che non è stato male, questo giretto...




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